MARIA FRANCA MARTINO - Scrittrice
Maria Franca Martino, insegnante a Roma e originaria di Castelverrino, è l'autrice del racconto "La Dodda", splendido affresco di vita molisana. L’autrice ripercorre le emozioni legate al ricordo di quando era bambina apprestandosi a portare il canestrello con i fazzoletti ricamati dalla “dodda”, la dote del matrimonio.
Un estratto dal racconto: "Si usava, a Castelverrino, che, prima del matrimonio, la sposa esponesse nella sua casa il corredo. Per quella occasione, tutto il paese era invitato. Allora si potevano ammirare i capi di biancheria esposti sulle sedie impagliate e sui tavoli, consumando anche un piccolo rinfresco di biscotti fatti in casa, confetti e liquori dolci.
Ognuno intanto sceglieva uno o più capi da portare durante il corteo che poi si faceva per trasferire il corredo dalla casa della sposa a quella dello sposo. Si portavano esposti nei larghi cesti di vimini oppure, semplicemente, sulle braccia perchè, al passaggio, gli altri potessero ammirare. Le tovaglie tessute con i telai, i lenzuoli, gli asciugamani con le frange, tutti ben piegati e, talvolta, tenuti insieme da nastri rosa. La "dodda" con la sei, la dodici...." secondo il numero dei capi più importanti che si ripeteva nelle federe, negli asciugamani, nelle sottovesti....Qualche volta c'era un asino con fiocchetti colorati intorno alla testa e alla coda, che aspettava di essere caricato dei materassi."
Un estratto dal racconto: "Si usava, a Castelverrino, che, prima del matrimonio, la sposa esponesse nella sua casa il corredo. Per quella occasione, tutto il paese era invitato. Allora si potevano ammirare i capi di biancheria esposti sulle sedie impagliate e sui tavoli, consumando anche un piccolo rinfresco di biscotti fatti in casa, confetti e liquori dolci.
Ognuno intanto sceglieva uno o più capi da portare durante il corteo che poi si faceva per trasferire il corredo dalla casa della sposa a quella dello sposo. Si portavano esposti nei larghi cesti di vimini oppure, semplicemente, sulle braccia perchè, al passaggio, gli altri potessero ammirare. Le tovaglie tessute con i telai, i lenzuoli, gli asciugamani con le frange, tutti ben piegati e, talvolta, tenuti insieme da nastri rosa. La "dodda" con la sei, la dodici...." secondo il numero dei capi più importanti che si ripeteva nelle federe, negli asciugamani, nelle sottovesti....Qualche volta c'era un asino con fiocchetti colorati intorno alla testa e alla coda, che aspettava di essere caricato dei materassi."