FESTA DI SAN VINCENZO Il giorno di Pasquetta da Pietrabbondante e Castelverrino accorrono molti fedeli nella chiesetta in località Raguso.
Il santo, molto venerato in paese, nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel. Scelse l'ordine dei Domenicani, detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale apostolico: predicare la parola di Dio in ogni angolo della terra. Nel 1395 dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato da una schiera di Angeli improntò la sua predicazione sulla dottrina del destino umano: la morte, il giudizio individuale e quello universale. Attività questa che gli conferì il nome di angelo dell'apocalisse.
La tradizione popolare fa risalire le origini della cappella dedicata a San Vincenzo Ferreri in località "Raguso" in un’epoca compresa tra la fine del 1600 e già gli inizio del 1700, periodo in cui nella zona suddetta furono costruite numerose abitazione, per cui molti allevatori di buoi vi si trasferirono. Un bue invece di seguire la mandria se ne stava solo all'ombra di una quercia secolare; fu legato ad una catena per restare insieme agli altri ma il bue la spezzò e tornò sotto la quercia.
Il bovaro lo seguì e guardando tra i rami notò un quadro raffigurante San Vincenzo Ferreri. Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante. Qualche settima dopo, però, il quadro venne ritrovato di nuovo appeso ad un ramo della stessa quercia. Fu deciso allora di abbattere la quercia e costruire una piccola cappella nella quale venne posta una statua raffigurante San Vincenzo Ferreri che però fu distrutta nel corso di un incendio dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella Chiesa parrocchiale. Quella che attualmente viene venerata dai fedeli è una imitazione della prima, fatta in legno di sorbo da autore ignoto e scolpita quasi certamente nella seconda metà dei secolo scorso. E’ alta 2 metri e con il basamento pesa più di due quintali. A poche decine di metri sorgeva l’abitazione degli eremiti di San Vincenzo. Questi si occupavano dei beni posseduti dalla cappella e donati dai fedeli.
La statua, illuminata, oggi viene portata in processione dalla cappella fino al paese, seguita da numerosi fedeli che offrono al Santo la loro fatica. All’imbrunire la statua raggiunge il paese, dove trova una moltitudine di gente che la accoglie tra il bagliore di tante fiaccole. In Chiesa la statua è deposta su un piano, viene salutata da uno scrosciante applauso e dalle note dell'inno"San Vincenzo Speranza nostra". La seconda domenica di ottobre è usanza del paese riportare il santo patrono San Vincenzo Ferreri nell’omonima chiesa di campagna dopo due mesi trascorsi nella chiesa di Santa Maria Assunta in Pietrabbondante. E’ tradizione riportare il santo a spalla con una "processione" di devoti preceduta da una banda musicale. La strada percorsa è la stessa del 4 agosto. Segue la celebrazione della santa liturgia alla fine della quale i fedeli intonano l'inno dedicato al Santo.
Il santo, molto venerato in paese, nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel. Scelse l'ordine dei Domenicani, detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale apostolico: predicare la parola di Dio in ogni angolo della terra. Nel 1395 dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato da una schiera di Angeli improntò la sua predicazione sulla dottrina del destino umano: la morte, il giudizio individuale e quello universale. Attività questa che gli conferì il nome di angelo dell'apocalisse.
La tradizione popolare fa risalire le origini della cappella dedicata a San Vincenzo Ferreri in località "Raguso" in un’epoca compresa tra la fine del 1600 e già gli inizio del 1700, periodo in cui nella zona suddetta furono costruite numerose abitazione, per cui molti allevatori di buoi vi si trasferirono. Un bue invece di seguire la mandria se ne stava solo all'ombra di una quercia secolare; fu legato ad una catena per restare insieme agli altri ma il bue la spezzò e tornò sotto la quercia.
Il bovaro lo seguì e guardando tra i rami notò un quadro raffigurante San Vincenzo Ferreri. Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante. Qualche settima dopo, però, il quadro venne ritrovato di nuovo appeso ad un ramo della stessa quercia. Fu deciso allora di abbattere la quercia e costruire una piccola cappella nella quale venne posta una statua raffigurante San Vincenzo Ferreri che però fu distrutta nel corso di un incendio dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella Chiesa parrocchiale. Quella che attualmente viene venerata dai fedeli è una imitazione della prima, fatta in legno di sorbo da autore ignoto e scolpita quasi certamente nella seconda metà dei secolo scorso. E’ alta 2 metri e con il basamento pesa più di due quintali. A poche decine di metri sorgeva l’abitazione degli eremiti di San Vincenzo. Questi si occupavano dei beni posseduti dalla cappella e donati dai fedeli.
La statua, illuminata, oggi viene portata in processione dalla cappella fino al paese, seguita da numerosi fedeli che offrono al Santo la loro fatica. All’imbrunire la statua raggiunge il paese, dove trova una moltitudine di gente che la accoglie tra il bagliore di tante fiaccole. In Chiesa la statua è deposta su un piano, viene salutata da uno scrosciante applauso e dalle note dell'inno"San Vincenzo Speranza nostra". La seconda domenica di ottobre è usanza del paese riportare il santo patrono San Vincenzo Ferreri nell’omonima chiesa di campagna dopo due mesi trascorsi nella chiesa di Santa Maria Assunta in Pietrabbondante. E’ tradizione riportare il santo a spalla con una "processione" di devoti preceduta da una banda musicale. La strada percorsa è la stessa del 4 agosto. Segue la celebrazione della santa liturgia alla fine della quale i fedeli intonano l'inno dedicato al Santo.
FESTA DELLA MADONNA DELLA LIBERA La festa in onore della Madonna della Libera ricorre l'8 settembre; l’8 settembre 1970, con grande partecipazione di popolo e in un cornice di devozione e di affetto, coincise con la celebrazione del centenario della restaurazione della Chiesa madre (1870–1970).
Una una vera e propria festa, che coinvolse tutta la comunità Castelverrinese e numerosi paesi limitrofi. Commovente e suggestivo il prologo della processione che dalla Chiesetta della Madonna della Libera raggiunge il caratteristico centro storico del Paese, sede della restaurata Chiesa dei SS. Simone e Giuda.
La festa ogni anno è vissuta con il calore e la devozione di chi rientra al paese per godere dell’ atmosfera festosa di questa ricorrenza.
Una una vera e propria festa, che coinvolse tutta la comunità Castelverrinese e numerosi paesi limitrofi. Commovente e suggestivo il prologo della processione che dalla Chiesetta della Madonna della Libera raggiunge il caratteristico centro storico del Paese, sede della restaurata Chiesa dei SS. Simone e Giuda.
La festa ogni anno è vissuta con il calore e la devozione di chi rientra al paese per godere dell’ atmosfera festosa di questa ricorrenza.